Il designatore degli arbitri della serie A alle prese con la tecnologia da bordocampo: “Un supporto al direttore di gara, non un sostituto”
“Alla seconda stagione, con la Var, abbiamo capito sulla nostra pelle alcuni meccanismi. La terza sarà quella della stabilizzazione”. Così alla Gazzetta dello Sport il designatore arbitrale della serie A Nicola Rizzoli, impegnato nella difesa della categoria circa l’applicazione delle regole nella moviola da bordocampo. Nata in pratica col suo nuovo ruolo lontano dal fischietto.
VAR E ARBITRI. “Il finale di stagione è stato incoraggiante, la percentuale di errori è calata – la precisazione dell’ex direttore di gara mirandolese, responsabile Can A dal 4 luglio 2017 quando fu introdotta -. La Var è un sostegno, non un altro arbitro. Dobbiamo continuare a formare buoni arbitri: con arbitraggi all’altezza, la tecnologia non serve. Un buon arbitro sul campo facilita il compito di chi sta al monitor”.
FARE MEGLIO. “22 errori su 111 correzioni della Var sono troppi, possiamo fare molto meglio. Non c’è stata difformità di giudizio, ma interpretazioni diverse di episodi molto simili. Le decisioni sono giuste o sbagliate: si diventa grandi arbitri solo commettendo errori importanti. Io tengo fermi per un po’ quelli che devono recuperare la serenità necessaria. Ma anche se le regole sui falli di mano sono più chiare, le polemiche non si elimineranno”.