38 primavere per il centrale valbrembanino, dal 2014 in D al Ciliverghe. In massima serie, per lui, solo Catania. Ma con un gol decisivo per la salvezza all’attivo
È coetaneo di Cristian Raimondi e ha un anno in meno di tre ’80 dai destini un po’ diversi tra loro come Gianpaolo Bellini, il bomber Stefano Salandra e mister 27 miliardi Ivan Pelizzoli, uno dei migliori tra i legni nei primi anni duemila. Mauro Minelli, che oggi compie 38 anni senza essere riuscito a raggiungere i playoff col Ciliverghe Mazzano, compagine bresciana di serie D allenata da Pippo Carobbio e con un altro ex nerazzurro come Joelson in organico, conserva un solo rimpianto: quello di non aver mai esordito nella prima squadra dell’Atalanta.
UN BERGAMASCO A CATANIA. Dieci match nella massima serie per il difensore centrale nativo di San Giovanni Bianco, nel Catania di Pasquale Marino, stagione 2006-2007. Minelli, tra tanti ex e futuri atalantini, non doveva sentirsi troppo solo: Andrea Sottil, Gianluca Falsini e Fausto Rossini tra i primi; Ciro Polito, Fabio Caserta e Gianvito Plasmati tra gli altri. Decisivo per la salvezza il suo gol nello scontro diretto col Chievo a Bologna il 27 maggio 2007: apre il grossetano di testa, chiude lui da palla inattiva.
UN’ONESTA CARRIERA. Dopo le sei panchine presso la casa madre concessegli da Giovanni Vavassori allo scollinamento nel nuovo secolo, per il valbrembanino due annate cadette in comproprietà a Verona (Alberto Malesani e gli staffettisti Sandro Salvioni-Sergio Maddè in panchina) e altrettante all’AlbinoLeffe (in ritardo di una stagione sul futuro CR77) tra 2004 e 2006 (Elio Gustinetti, poi Vincenzo Esposito ed Emiliano Mondonico). Ceduto alla Triestina nella sessione invernale 2008 e risolta a favore etneo la proprietà del cartellino, dal 2009 in poi Sassuolo, Frosinone da gennaio 2011, triennio alla Cremonese e da un quinquennio nella bassa bresciana tra i semipro. Tanti auguri.
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