L’ex giocatore dell’Atalanta ha ricordato la finale di Coppa Italia del 1996 e ha parlato della stagione nerazzurra, che culminerà il 15 maggio nella finale contro la Lazio
L’allenatore ed ex giocatore di Torino, Juventus e Atalanta Daniele Fortunato ha parlato su MC Sport ‘Live Show’ della storica impresa della Dea, che ieri sera ha battuto la Fiorentina e si è qualificata in finale di Coppa Italia contro la Lazio: “Da anni l’Atalanta sta facendo cose importanti, penso sia il massimo livello che una società del genere possa raggiungere. Andare oltre significherebbe lottare per lo Scudetto e mi sembra difficile. A livello di squadra è una delle più forti del campionato, ma singolarmente no”.
MERITO DI GASPERINI. “Merito del lavoro di Gasperini e della società, che tira su i giovani italiani per vendere per poi giocare con gli stranieri. Ho visto partite in cui l’unico italiano era Masiello, poi 10 stranieri. Nelle grandi squadre non si ha mai la certezza di giocare. All’Atalanta hai un determinato modo di stare in campo, in altre realtà è tutto diverso. Non è facile fare il salto in piazze dove ci sono forti e diverse pressioni: ho vissuto tutto ciò quando sono andato alla Juventus”.
SCONFITTA FINALE ’96. “Più che dei singoli giocatori, mi ricordo dei confronti in panchina tra allenatori che hanno segnato l’epoca. Noi dell’Atalanta abbiamo eliminato la Juve di Lippi, il Cagliari di Trapattoni, il Bologna di Ulivieri e in panchina avevamo un signore che si chiamava Mondonico. Un ricordo del mister? Era più facile essere suo amico che suo giocatore. Lui era un conoscitore di calcio, pretendeva molto dai propri calciatori. Sapevo che dalla panchina lui ci avrebbe aiutato, anche con i cambi, mai banali. Allegri e Ancelotti sono molto vicini al suo modo di interpretare il calcio”.