Lo sloveno è uno dei giocatori di qualità più continui che l’Atalanta ha attualmente nella sua rosa, solo “esageratamente corta in attacco”
Come nel prologo di ogni fiaba, anche in quella targata Atalanta c’è sempre un protagonista che all’inizio di ogni episodio si perde e commette qualche errore. Si è chiamato Palomino, Djimsiti e Pasalic, mentre ieri è toccato a Mancini sbagliare l’approccio alla partita e l’arrivo su Mertens. Per la svolta dell’intreccio però la Dea può affidarsi al suo maestro Gasperini che sa bene quale eroe mettere in campo di guerra per cambiare le sorti della gara e combattere i Partenopei all’ombra del Vesuvio. Fuori Mancini e dentro Palomino, qualche movimento sulle fasce tra Castagne e Gosens e il comandante Gasp sceglie il suo uomo migliore, il capo truppa Josip Ilicic.
UOMO-GARA. E come tutte le favole, anche in quella del San Paolo l’eroe entra in azione e risolve il tranello per un lieto fine coi fiocchi. E l’eroe della Dea è Josip Ilicic, quel combattente acciaccato, seccato, in fastidio a giocare col ginocchio dolorante, ma che se proprio c’è bisogno di lui sì, risolverà la partita. Disorienta i partenopei asserragliati in difesa, abbatte le resistenze studiate da Ancelotti e cambia le sorti dei giochi con i suoi fidati scudieri Zapata, Hateboer e Pasalic. Solo lui può prendere un ‘8 in condotta’ senza reti né assist, magari risparmiati per la partita contro la grande ex Viola.