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Una stagione con Titta Rota: Schincaglia dice sessanta

L’ala ferrarese, cresciuta a Torino e nella Juventus, ha all’attivo tre gol in maglia nerazzurra. Una carriera mai decollata del tutto a grandi livelli

Suo figlio Alessandro è uno dei corteggiatori storici di “Uomini e Donne”, ma questa è un’altra faccenda. Compleanno anche per Maurizio Schincaglia, oggi, 21 aprile, il giorno di Pasqua 2019, tra i giocatori dell’Atalanta di ieri, di oggi e di sempre. La neo sessantenne ala-tornante-seconda punta di Codigoro, provincia ferrarese sul Delta del Po ma di formazione torinese e di scuola juventina, in nerazzurro ha lasciato di sé la traccia di tre palloni messi in porta nell’unica stagione a Bergamo, in B, sotto la guida di Titta Rota: il bis alla Sambenedettese a una decina dal novantesimo nel 2-0 del 14 ottobre 1979 e la doppietta da ex alla Ternana nel 3-1 due settimane più tardi. Entrambe le volte all’ombra della Maresana.

IL SETTE DI RISERVA. Maglia numero 7 da titolare, ovvero ala destra, ma più una seconda punta quando il 9 ce l’aveva Augusto “Gusto Gol” Scala, il cavallo pazzo della squadra, piuttosto che l’attaccante vero Salvatore Garritano. Il romagnolo di San Piero in Bagno e anche Angelo Zambetti, baby senza un grande seguito di carriera, erano proprietari del numero prima di Schincaglia, mentre la bocca da fuoco designata era il compianto Ezio-Gol Bertuzzo. Dietro, Giovanni Vavassori e Daniele Filisetti. Un campionato mediocre, che avrebbe anticipato di una sola annata la retrocessione in C1.

JUVENTINO E POCO ALTRO. Otto volte atalantino su quattordici dal primo minuto più tre in Coppa Italia: toccata e fuga nella seconda delle vicende cadette nella parabola professionale del ferrarese di nascita e piemontese d’adozione, avvistato sull’ultima panchina nell’Orizzonti United, Eccellenza, sede torinese a Villareggia e stadio vercellese a Cigliano (vicino a casa sua, a Borgo d’Ale). La prima a Terni, la terza a Vicenza, 1985-1986. Eppure, start incoraggiante, con Taranto e Milan bucate in Coppa Italia il 31 maggio e 4 giugno del ’78, terza e ultima stagione in rosa alla Juventus (scudetto ’77 senza mai giocare in A). Il resto? Juniorcasale, Cremonese, Forlì, Imperia, Treviso, Giarre, Pistoiese e Nizza Millefonti, appendendo le scarpe al chiodo nel 1995. 41 gol nei soli campionati, poi allenatore nel vivaio bianconero dai Giovanissimi alla Berretti, una comparsata nel 2012 nello staff della Samp e un’altra due anni dopo da vice nel Barletta. Ah, dimenticavamo: ha incrociato Gian Piero Gasperini (a segno coi pugliesi, come lui) nel vivaio Juve, anche come mister, e come riserva da piazzare in campo nel trofeo della coccarda. Tanti auguri.

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4 anni fa

io indosso ancora la maglia di Ezio

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