Carmine detto Mimmo, rimasto a vivere a Bergamo, giocò a Foggia con Gigi Delneri e chiuse con la cavalcata in Coppa delle Coppe. Avantindré per il centrale biondo
Uno, cresciuto nella squadra di Zenoni, Zauri, Bellini, Pelizzoli e Pinardi, siglando tra l’altro l’illusorio vantaggio nel famigerato spareggio di ritorno con la Reggina del 2 giugno 2003, andò avanti e indietro da Bergamo diverse volte. L’altro, con compagni del calibro di Strömberg, Osti, Soldà, Donadoni e Magrin, prese parte alla cavalcata dell’Atalanta in Coppa delle Coppe prima di ritirarsi e diventare direttore generale sotto l’Antonio Percassi Atto Primo, 1991-94. Due mastini di epoche diverse: un centrale a zona e un marcatore a uomo. Compiono oggi gli anni Cesare Natali, che tocca quota 40, e Carmine Gentile detto Mimmo, 65 e non sentirli.
40 DI QUESTI NATALI. 1999-gennaio 2001 e 2001-2003 con Giovanni Vavassori e Giancarlo Finardi, 2004-2005 con Andrea Mandorlini e Delio Rossi. Tre tranches e due retrocessioni di fila in nerazzurro per Cesarone da Dalmine, un metro e novantadue di potenza, esordiente in B al posto di Stefano Lorenzi il 9 gennaio 2001 in Atalanta-Savoia 4-1 dopo la gavetta a Lecco e Monza, e in A il 9 dicembre di quello stesso anno in Torino-Atalanta 1-2 come cambio della punta Corrado Colombo. Comproprietà a Bologna, quindi riscatto e dal 2005 – 80 presenze e 3 reti (alla Samp, un matchball il 20 marzo 2005 nel 2-1 a Marassi, e al Toro l’altra) in nerazzurro in una carriera di club da 386 a 14, bronzo agli Europei Under 21 nel 2002 in Svizzera – Udinese, Torino, Fiorentina, ritorno sotto le due torri e chiusura trentaseienne nel Sassuolo. Col Vava, da canterano, Trofeo Dossena ’97 e scudetto Primavera ’98.
GENTILE MA OSTICO. Il salernitano Gentile, formatosi nella Battipagliese e tornato della Salernitana natìa prima di spiccare il volo a Foggia dove giocò in A insieme al Gigi Delneri versione regista, si fece Verona e Genoa per poi piovere nella nostra città (promozione al primo colpo) dalle liste suppletive nell’ottobre del 1983. Nedo Sonetti e a fine carriera Emiliano Mondonico i suoi mentori atalantini, un solo gol all’attivo in campionato, nella roboante rimonta fino al 2-2 del 16 dicembre 1984 nella tana del Milan. Il 2 settembre l’aveva fatto alla Juve nel 2-2 (un vizio…) casalingo nel girone di Coppa Italia. A 34 anni, spesso con la fascia al braccio, dopo aver vissuto il ritorno al piano di sopra partecipando all’epopea fino alle semifinali col Malines, il ritiro. Con 172 partite alle spalle, di cui 27 nel trofeo della Coccarda, 1 nell’Anglo Italiano e 5 in Coppa delle Coppe. Tanti auguri.