Nella guerra a tavolino delle panchine ha la meglio Di Carlo col muro del suo immutabile 5-3-2. I nerazzurri virano anche a quattro punte senza sfondare
3-4-3 col Papu largo su Depaoli per 18 minuti, 3-4-1-2 con lo stesso capitano a vedersela con l’arroccato Dioussé e infine dall’87’ al 96′ 4-2-4 (Zapata e Barrow in area, Gomez e Pasalic larghi) con gli esterni addossati ai centrali Mancini-Djimsiti. Non sono bastati tre moduli a Gian Piero Gasperini, pur col 62 per cento a 38 nel possesso palla e altre voci in attivo (tiri 11-6, passaggi riusciti 583-145), per sfondare la muraglia del sostanziale 5-3-2 di Mimmo Di Carlo con ben 4 difendenti a uomo. Ecco spiegato, secondo L’Eco di Bergamo, l’1-1 fra Atalanta e Chievo.
ROBIN DA POCO. Robin Gosens, accentratosi Gomez, ha avuto via libera contro Depaoli senza però passare. In mezzo de Roon si guarda a vista con Giaccherini e Freuler con Hetemaj, mentre davanti Duvan aveva costantemente il raddoppio di un secondo centrale addosso e Ilicic ballava tra Barba e Jaroszynksi, poi esposto all’uno contro uno di Hateboer.
LA GIRANDOLA DEI CAMBI. I Mussi cambiano le due punte con pari ruolo, stesso discorso nel finale con l’infortunato Andreolli sostituito da Frey. Per i nerazzurri, invece, la variazione sostanziale al copione sono gli ultimi nove giri di lancetta col poker avanzato. Ma nemmeno questo, evidentemente, era il piccone giusto per buttare giù il bastione gialloblù.
C’è da pensare alla Coppa Italia! Il Gasp lo sa…… più che altro se in finale ci va il Milan sarà dura, immagino gli arbitraggi! E’ da troppo che il milan non vince nulla……chissà come ruberebbe. Speriamo di giocarla con al Lazio!