Attestata la regolarità del trasferimento del difensore dal Perugia all’Atalanta, ma la Fiorentina può ricorrere alla Corte Federale d’Appello
Si chiude, con un nuovo round ancora a favore del Perugia il contenzioso promosso dalla Fiorentina relativo al trasferimento all’Atalanta di Gianluca Mancini, che il club viola aveva ceduto gratis al Perugia, riservandosi il diritto del 50% in caso di eventuale rivendita del contratto dell’atleta. Come riporta l’edizione odierna de ‘Il Corriere dello Sport‘, il presidente perugino Massimiliano Santopadre aveva trovato un’intesa con i dirigenti della Dea per il passaggio del calciatore, ma la Fiorentina aveva contestato la congruità dell’importo della cessione – 200 mila € più bonus – giungendo a denunciare i fatti alla Procura Federale per presunta simulazione negoziale.
L’indagine si era conclusa col deferimento di Santopadre e del dt Goretti, poi prosciolti in primo grado e in appello dalla Corte Federale. Anche il Tribunale Federale Nazionale ha ritenuto che dall’ampia istruttoria – durata quasi 2 anni – non è emerso alcun elemento probatorio che abbia dimostrato l’illiceità del comportamento di Santopadre e del Presidente nerazzurro Antonio Percassi, difeso da Giampiero Bianchi. La Fiorentina ha ora 7 giorni per ricorrere alla Corte Federale d’Appello.