Ieri, contro la Juventus, è arrivata la quarta prestazione convincente di Mario Pasalic. Vincente la scelta di trattenerlo a Bergamo
È il diciottesimo minuto di Atalanta-Juventus. C’è Ilicic con il pallone, lo butta in rimessa laterale e si siede a terra, toccandosi l’inguine. Qualche minuto dopo prova a rientrare in campo, ma al ventiseiesimo dice basta: sostituzione. Al suo posto entra Pasalic e cresce un po’ di preoccupazione: la squadra riuscirà ad avere la stessa fantasia? Lo stesso rendimento offensivo? La risposta è sì.
È chiaro che le caratteristiche tra i due siano totalmente differenti. Ma se qualcuno, nel corso del girone d’andata, aveva definito “troppo molle” il croato, ora si deve ricredere. E a parlare sono i numeri. Nonostante abbia giocato una buona mezz’ora in meno rispetto ai compagni, riesce a fare solo otto passaggi in meno di Papu Gomez, ma è il terzo (dopo Freuler e Palomino) per la percentuale di passaggi riusciti: 81%.
È l’ennesima buona prestazione del 2019, un crescendo continuo. L’ingresso in campo, con gol, contro il Cagliari in Coppa Italia, poi i due assist contro il Frosinone e la prestazione convincente contro la Roma. Quattro partite in cui ha costretto a ricredersi i suoi tanti (troppi?) detrattori. D’altronde non è certo il primo ad aver avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi, per abituarsi al gioco di Gasperini.
Scelta vincente, quindi, della società: trattenerlo a Bergamo è stata un’ottima intuizione, vista la crescita delle ultime partite. E a questo punto – se questo dovesse essere il rendimento – un riscatto a fine stagione diventa molto più di una semplice possibilità.
Diciamo che il passo è compassato ma se con l’impegno e con la voglia di fare qualcosa di più allora bene tenerlo