Un inizio difficile, una ripresa strabiliante e ora la caccia alla continuità. I nerazzurri nel mentre non hanno mai perso il vizio per il bel gioco
Alla corte di Gian Piero Gasperini si sta bene e si imparano tante cose. Così direbbe un motivetto popolare e così raccontano anche i fatti da tre stagioni a questa parte. Lo stratega di Grugliasco, infatti, oltre ad essere uno degli ingredienti non poi così segreti della Dea è anche un docente del campo mica da ridere.
Insegnare le motivazioni fa parte del mestiere del calcio; nutrire le ambizioni, ancora prima coltivarle e poi dare costanza ad una fame perenne, utile a vincere senza mai perdere l’appetito. Più il livello sale più è paradossalmente difficile trovare l’estasi del gruppo, quando c’è qualcosa da perdere ma anche tanto da guadagnare.
La Dea ci riesce? L’incipit vincente arriva dai piedi ben saldi a terra, quegli ordini dall’alto che non celebrano obbiettivi ma venerano umiltà e uno spirito da regina delle provinciali elegante, autoritario e spavaldo. Come tutti i giovani guerrieri. Gli stessi a cui si deve un grazie, per il sano divertimento di battaglia, a favore di un gioco dai tratti libidinosi.