La giovane calciatrice nerazzurra, fuori diverse settimane a causa di un infortunio, è pronta per tornare a battagliare
Aveva iniziato la stagione con il gol alla Fiorentina all’esordio in Serie A a soli 16 anni, poi un infortunio l’ha costretta a stare lontana dai campi per diverse settimane. Ma contro il Bari Federica Anghileri, classe 2002, è riuscita a riassaporare l’aria del campionato. “Fu un’emozione fortissima perché si trattava anche del mio debutto in A – ricorda Federica -, poi è arrivato anche il gol. Resterà un momento indimenticabile”.
Per lei però non è stato un girone d’andata fortunato.
“Purtroppo ho giocato solamente tre spezzoni. Il primo con la Fiorentina, il secondo contro il Sassuolo e l’ultimo con il Bari. Dopo la seconda giornata sono andata con la nazionale giovanile, ma ho subito la lussazione a spalla e sono dovuta stare fuori un po’ di tempo. Spero di rifarmi nel ritorno”.
Girone di ritorno che inizierà contro la Fiorentina, squadra alla quale ha già segnato.
“Sono una squadra molto forte e ben organizzata. Ma viste le nostre ultime prestazioni e il fatto che abbiamo dato filo da torcere anche a Juventus e Milan, possiamo giocarcela”.
Da qualche settimana sono arrivate delle nuove compagne. Come le sembrano?
“Sono sicuramente grandi calciatrici. Caccamo ha una storia e ha fatto bene con la Fiorentina. Inoltre lei e le altre hanno portato l’esperienza che mancava all’inizio della stagione. Siamo una squadra molto giovane e le compagne più esperte possono esserci di aiuto con qualche consiglio. Da loro non posso far altro che imparare”.
Come sta andando invece l’esperienza con le nazionali giovanili?
“Siamo un buon gruppo che ha superato la prima fase dell’Europeo qualificandosi come prime del girone battendo anche la Finlandia. Questo ci ha dato maggiore autostima e sicurezza e ora andremo ad affrontare le fasi successive molto cariche anche perché si svolgeranno in Italia verso la fine di marzo”.
Ma come è nata la passione per il calcio?
“Sin da piccola mio papà mi portava a San Siro a vedere il Milan, quindi a 5 anni ho iniziato all’oratorio dell’Ausiliatrice di Lodi e ho fatto due anni al Fanfulla. Poi non potendo più giocare in squadre miste sono andata al Mozzanica. Mi trovo benissimo, c’è un ambiente familiare”.
Visto che è ancora molto giovane, ce la fa a conciliare calcio e studio?
“Frequento un istituto tecnico di Lodi e devo dire che scuola, club e nazionale rappresentano un bell’impegno. Ma ho tanta passione verso questo sport e spero di rimanerci il più a lungo possibile”.
Ultima domanda. Perché ha scelto il 22 come numero di maglia?
“Premetto che teoricamente il mio numero sarebbe l’11, ma era occupato. Quindi, senza pensarci troppo, ho optato per il 22 che era quello di Kakà”.