L’attaccante dalminese, cresciuto nell’Atalanta, nel 1992 in Valseriana assisté allo sboccio del campioncino: “Anche allora era adrenalina e capacità di capire le cose prima”
“Filippo Inzaghi da allenatore è come da calciatore: adrenalina e intelligenza, più della media. Anche in campo capiva cosa sarebbe successo prima degli altri”. L’opportunismo del bomber, pardon dell’allenatore avversario, tratteggiato da Massimiliano Maffioletti, che dell’attuale tecnico del Bologna è stato compagno di squadra al Leffe (1992/93), nell’intervista a L’Eco di Bergamo.
TRAMPOLINO DI LANCIO. Il quasi 54enne mister del Valcalepio, 2 promozioni (dalla C1 e dalla B) da attaccante dell’Atalanta (’82 e ’84), è stato testimone diretto dello sboccio del campioncino con Bortolo Mutti in panchina: “Inzaghi aveva 19 anni e arrivava dalla Primavera del Piacenza, gli diedi l’assist per il suo primo gol da professionista contro il Siena (20 dicembre ’92, ndr). Tecnicamente doveva crescere, ma aveva già personalità”.
LE DOTI DEL BOMBER. “Da attaccante aveva la dote di capire una frazione di secondo prima cosa succedeva in area. Era estremamente intelligente sia a livello tattico che nei rapporti umani fuori dal campo”.
IL PRONOSTICO. “A Bologna vincerà l’Atalanta, sta tornando la squadra propositiva apprezzata in tutta Europa. A Inzaghi auguro di salvarsi, ce la farà”.