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Filippo Carobbio assolve Masiello: “Felice che abbia avuto una seconda possibilità”

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L’ex centrocampista ora tecnico del Ciloverghe: “Io ho sbagliato e ho pagato, il suo prezzo è stato il fatto di non andare in Nazionale”

I fatti di Calciopoli sono lontani ormai 12 anni, ma l’eco i quella vicenda ha segnato in maniera indelebile Filippo Carobbio, fino ad allora buon centrocampista che si divideva tra Serie A e B, ma diventato presto uno dei personaggi chiave della vicenda. Oggi allena il Ciliverghe, in Serie D, con la stessa voglia di non mollare mai: “Infatti non ho mai pensato di mollare il calcio, anche nei momenti più bui. Posso solo dire grazie al Ciliverghe e al presidente Bianchini. Mi hanno voluto prima da giocatore e poi da allenatore, sono cinque anni che sono qui e sono felice. La mia nuova vita comincia adesso. Non sono il mostro che tanti hanno descritto. Chi mi conosce sa chi sono e chi vive al mio fianco al Ciliverghe, giorno per giorno, sa quanto valgo come persona e come professionista. Dimostrerò di poter fare l’allenatore a buon livello”.

Il calcio è la mia vita. Ho commesso errori gravi e penso di essere stato uno dei pochi che lo ha riconosciuto. Ma ho avuto da subito la voglia di rivalsa: non mi sento affatto la persona che è stata descritta in quel periodo. Ho sbagliato, ho pagato ed è giusto così“. ha detto a Tuttosport, ma il pregiudizio è duro a morire: “Lo percepisco ancora, a volte ci sono tre o quattro tifosi che si mettono contro e qualche coro su di me lo fanno. A me non dà fastidio, ci sono abituato. Dà più fastidio e dispiacere a chi mi sta accanto. Di gente che venga da me faccia a faccia a dirmi che sono stato un coglione non ce n’è mai stata. Se qualcuno fosse venuto da me a dirmi in faccia quello che pensava gli avrei stretto la mano e gli avrei detto 0Bravo, hai ragione’. Tanti pensano che abbia fatto nomi altisonanti per potermi salvare, ma non è stato così: in quel momento io pensavo di essere fuori da un certo tipo di calcio. Ho fatto quei nomi perché volevo liberarmi di un peso ed essere a posto con la coscienza e poi magari un giorno guardare i miei figli negli occhi e dir loro la verità“.

Nelle sue parole non poteva mancare un riferimento ad Andrea Masiello: “L’ho incrociato, lui gioca nell’Atalanta, io sono di Bergamo, quindi è capitato. Il fatto che a lui sia stata concessa una seconda opportunità per me è una cosa positiva. Sono contento che stia facendo bene. Penso che sia di buon auspicio e che qualcun altro magari segua il loro esempio. Invidia? No, davvero. Sono felice per lui, se lo merita. Se non è andato in Nazionale è anche per quello che è successo, anche lui ha dovuto pagare un prezzo e lo sta pagando tutt’ora. Io non ero al suo livello, sia come giocatore sia come età: lui era molto giovane, io sul finire della carriera“.

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