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Var e Atalanta: non solo Chiesa, i casi oscuri

Il rigore sanzionato per il contatto inesistente Toloi-Chiesa a Firenze è solo l’ultimo di una serie aperta di casi da moviola che hanno per lo più danneggiato i nerazzurri

Che si dica al maschile – più adatto ai due addetti in carne e ossa, Video Assistant Referee – o al femminile, di Var l’Atalanta ne ha decisamente piene le tasche. Ormai non vi si fa quasi ricorso per la verifica nella moviola a bordocampo e dalla regia, durante il silent check, nessuno contraddice l’arbitro di turno. A Firenze con Federico Chiesa, bravo a incrociare Toloi lasciandosi cadere. Ma i precedenti di segno nerazzurro, scandagliati stamani da L’Eco di Bergamo, aumentano le perplessità sull’uso della tecnologia.

CAGLIARI E SPAL. Nella corrente stagione, due casi da rigore negato: a Bergamo contro il Cagliari, Srna su Duvan Zapata, e a Ferrara per il fallo di Petagna su Josip Ilicic con il designatore Rizzoli a dare a ragione a Mariani, perché il polpaccio dello sloveno non era ancora sulla riga. Anche qui, nessuna correzione dal silent check, ovvero la comunicazione dalla cabina Var al direttore di gara. Col Milan a San Siro il replay invece c’è stato, per annullare il 2-0 dell’ex Bonaventura (fuorigioco) e confermare il 2-2 di Emiliano Rigoni (no).

2017-2018: LA VERA MOVIOLA IN CAMPO. Nell’annata scorsa, invece, il ricorso alla verifica video da parte del fischietto era costante. In casa del Chievo, quarta giornata, lo start: rigore e gol tolti a Ilicic, penalty restituito a Orsolini e realizzato dal Papu Gomez. Decisivi l’annullamento del 3-1 della Juventus a Bergamo con Mandzukic (gomito alto di Lichtsteiner sull’argentino in avvio di azione) con score poi fissato sul 2-2 da Cristante e ancora del possibile vantaggio di Jack a San Siro contro i rossoneri (mani di Cutrone, finisce 0-2), oltre alla convalida del matchball di petto di Gianluca Mancini contro il Chievo.

NIENTE VIDEO, LA CASISTICA 2017. Ma in due occasioni, coi bergamaschi coinvolti, niente video. Atalanta-Napoli 0-1, a gennaio 2017, Mertens in offside: la spiegazione fu che sulle situazioni oltre la linea di pochi centimetri la tecnologia non avrebbe dovuto cambiare la decisione dell’arbitro. La volta prima, proprio coi viola al “Franchi”, ma lì a protestare furono i locali: contatti da rigore di Berisha su Gil Dias e di Spinazzola su Astori. Oggi non rivedere l’azione sembra quasi la regola.

 

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