Compie 47 anni l’attuale allenatore del Partizan, che giocò due stagioni da difensore eclettico ma soprattutto di fascia col Mondo. Poca la gloria juventina
47 candeline da spegnere con quelle 55 presenze nella testa e del cuore, trampolino per una parabola dalla Juventus fino al campionato turco per tornare nel Partizan da dov’era arrivato fin sotto le Mura. Zoran Mirkovic, ex difensore di fascia dell’Atalanta, anche se nell’anno dell’addio giocò spesso da esterno alto a sinistra, allena la squadra della capitale serba. Nel palmarès bergamasco, una discreta annata nel 1996-1997 con Pippo Inzaghi capocannoniere (24) e un’amara retrocessione, propedeutica però all’abbraccio col bianconero che conta.
DA BELGRADO CON FURORE. Radnicki Svjlaniac e Rad le prime due squadre del nazionale jugoslavo e n seguito serbo, con scudetto Under 21, quindi il Partizan dal ’93 e ancora dal 2004 al 2006, in tempo per rivincere il titolo nazionale (2005; ’94 con double e ’96 i precedenti), consumata la parentesi con Juve (Intertoto ’99) e Fenerbahce (campionato turco ’01).
CON L’ATALANTA DEL MONDO. Nel 4-4-1-1 pressoché fisso degli esordi con Emiliano Mondonico in panca, Mirkovic fa stabilmente il terzino destro, spesso con Valter Bonacina riciclato dall’altra parte da mediano d’origine. Un bel vivere: Superpippo davanti, Gigi Lentini alto a sinistra con Marco Sgrò tornante di destra, Massimo Carrera e Andrea Sottil mastini, Mimmo Morfeo sulla trequarti a inventare. Poi qualcosa cambia, Robert Englaro fa comparsate basso a sinistra, Paolo Foglio arretra e al nostro non resta che adattarsi da esterno mancino, a volte da pendolino. Nicola Caccia e Cristano Lucarelli, in attacco, fanno quello che possono. Tutto inutile, si cade in B con lui espulso a Udine insieme al Cina alla penultima giornata: segna Calori nel recupero ed è notte fonda. Tanti auguri.