Il responsabile del settore giovanile nerazzurro d’accordo con Mancini sulla necessità di far giocare gli italiani nei club: “Orgoglio per i nostri convocati, urge una riforma”
“Quella del ct della Nazionale Roberto Mancini è stata una provocazione intelligente: bisognerebbe sedersi a un tavolo e discuterne tra chi è chiamato a programmare il futuro dei settori giovanili in Italia”. Parole e musica di Maurizio Costanzi, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, intervistato dalla Gazzetta dello Sport sull’appello manciniano ai club di far giocare gli italiani.
9 CONVOCATI SOLO NELL’UNDER 16. I 9 ragazzi su un totale di 22 convocati nell’Under 16 azzurra radunatasi settimana scorsa riempiono d’orgoglio il dirigente nerazzurro: “Per la crescita è fondamentale il lavoro di impostazione tecnica e culturale. Per il resto, c’è bisogno di una profonda riforma: in Italia si affrontano i problemi quando i buoi sono già scappati dalla stalla, bisogna pensare ai vivai”.
IL PROBLEMA A MONTE. “In Serie B sono diminuite le squadre, quindi meno giovani, che si fanno giocare in C per gli incentivi e la sopravvivenza economica. L’Under 19 e l’Under 17 fanno risultati, il problema nasce dopo l’Under 21 – chiude Costanzi -. Servono investimenti sui settori giovanili, non le seconde squadre in serie C: preferirei una Primavera Under 21 o Under 23 e un’Under 18 a fare da cuscinetto dopo l’Under 17, ex campionato Allievi. I giocatori forti vanno direttamente in B, le seconde squadre sono da riservare a chi è rimasto un po’ indietro”.