Si è fatta in quattro l’Atalanta in Israele, ma gran parte dell’energia è derivata dal suo capitano, vero trascinatore

QUATTR…INI. Ieri ad Haifa la squadra bergamasca sembrava uno di quei fuoristrada quattro per quattro che scorrazzano per sentieri impervi e deserti: una volta ingranata la marcia giusta, sbagliando ad inserire la retromarcia sul pasticcio difensivo dei primi minuti, la Dea è partita in quarta. Quattro gol, due dei quali dai nuovi arrivati, costati magari fior di quattrini, ma che non hanno certo fatto rimpiangere a Percassi il portafoglio dopo il loro impatto nei quattro gol.

FORZA 4. La verità però è che questo gioco del ‘Forza Quattro’ è arrivato per merito del solo uomo in campo capace di invertire il treno di certe gare, sia per la sua prestazione, che soprattutto per la forza d’animo con cui carica i compagni. Stiamo parlando del numero 10 nerazzurro capitan Gomez che, ancora una volta, ha saputo prendere per mano i compagni: un Milinkovic-Savic tutto bergamasco di cui la società non vuole e non può privarsi.

UOMO IN PIU’. Se spesso (perché non è la prima volta che assistiamo a questo copione) per carburare l’Atalanta deve contare fino a dieci, lo fa contando sul suo numero dieci: non si tratta solo di un gioco di parole perché è del capitano il primo tiro in porta del match, le prime mani a invocare il supporto dei 150 coraggiosissimi trasfertisti e il primo corner che ha trascinato la squadra a tirare fuori le palle-gol che hanno ipotecato ormai la qualificazione.

4X4. Una partita perfetta, anche se lui voleva fare di più: alla sostituzione sbuffa e storce il naso, forse per il gol mancato, forse per dare la carica ai compagni fino all’ultimo momento. Ma lo fa dalla panchina e i compagni lo sentono ugualmente: 3′ dopo Pasalic e Barrow regalano l’ultima perla nell’ingranaggio perfetto di questo 4 per 4 nerazzurro. Un fuoristrada che non esce dalla diritta via però: ma ora punta dritto alla città della Sirenetta o della saggezza.