L’organico a disposizione del tecnico nerazzurro non è poi così corto come sembra: con due-tre 2000 aggregati, ecco l’alternativa in ogni posizione in campo
Che il mercato dell’Atalanta sia giunto alla fatidica fase del “guardiamo alla finestra alla ricerca di qualche affare, magari in mezzo” è cosa nota anche ai pali della luce. Lo stand by dovuto al fuoco di fila dei turni di qualificazione ai gironi di Europa League non ha distolto l’attenzione degli operatori del club di Zingonia verso un possibile rinforzo nella zona nevralgica del campo, quella dove Gian Piero Gasperini chiede tecnica, solidità, affidabilità e moto perpetuo nelle due fasi. Ma se si analizza l’organico a disposizione, si nota la “rosa corta” tanto cara al profeta di Grugliasco. Che addizionata a un paio di 2000 selezionati con attenzione e attinti al vivaio dà vita ad almeno un’alternativa per ruolo. Come dire che la famosa Squadra B, la Dea, ce l’ha già in casa.
FURIA CECA IN DIFESA. I test estivi hanno dimostrato che uno dei millennial citati, il nazionale ceco David Heidenreich, può fungere egregiamente da tappabuchi in attesa che il possibile craque protagonista ahilui del crac estivo, Marco Varnier, torni a disposizione nell’anno che viene. Dopo Toloi, Mancini, Masiello e Palomino, ci sono lui e Davide Bettella, l’ex interista. E se due baby non sono la toppa ideale, riecco il ricorso alle soluzioni-tampone tipiche del Gasp, sempre in auge nella bella stagione al riparo della posta in palio: anche ieri, nella partitella in famiglia contro la Primavera, Timothy Castagne arretrato nel terzetto a protezione del vertice destro dell’area. Senza contare che, news in uscita a parte, ancora ieri Berat Djimsiti era abile e arruolato. L’abbondanza regna sovrana.
IL CENTROCAMPO SI TOGLIE LA RUGGINE. No vacancy anche alla voce esterni, che rimangono lo stesso Castagne e Hans Hateboer a destra con Robin Gosens e Arkadiusz Reca (più tosto e veloce, di piede e di cervello, di quanto si sperasse) a mancina. Ma anche in mediana la linea di centrocampo si adegua alla linea verde dei ricambi polivalenti. I titolarissimi sono Marten de Roon e Remo Freuler, sempre che si giochi col 3-4-1-2 e qualcuno tra le linee (Mario Pasalic primo indiziato, ma in gare ufficiali finora nisba). Dietro, però, Matteo Pessina, buttato in mischia nel rivisitato 3-5-2 di Sarajevo portato com’è a sganciarsi, e Luca Valzania sono paracadute a prova di vuoto d’aria. Alzabili sulla trequarti senza batter ciglio, grazie alla fisicità e al senso della posizione che incarnano secondo i dettami gasperiniani. E c’è quel Dejan Kulusevski, l’ennesimo appena maggiorenne, che il tecnico s’intigna a far giocare a due a dispetto da caratteristiche alla Bernardeschi. Spogliato dei suoi orpelli strappa-applausi, lo svedese di sangue macedone si muove benissimo senza palla e sotto porta può risultare letale.
L’ATTACCO ATOMICO. Come noterebbe anche l’osservatore più distratto, ogni posizione in campo trova la sua controfigura senza andare troppo lontano. In caso di forma virale o batterica, basta pescare qualche decina di metri più in là dentro il Centro Sportivo Bortolotti e il gioco è fatto. L’handicap che zavorra la partenza dell’attacco è l’infezione dentale di Josip Ilicic poi estesa al linfonodo sul collo, ma non è che si possa piangere miseria, tra Musa Barrow, il Papu Gomez, l’ispirato Marco Tumminello che scalpita per un posto al sole e in allenamento spacca il mondo, e il Godot di turno, il Ternero che sbuffa e si fa un po’ attendere, l’investimento d’oro Duvan Zapata. E siamo alla cinquina secca, perché Andreas Cornelius non è nei piani da tempo. E allora? Se proprio si vuole arrivare alla fatidica quota sei, la Primavera è una fonte inesauribile:prima punta, Roberto Piccoli o Lorenzo Babbi, sull’ala Amad Diallo Traore, sulla trequarti Alessandro Cortinovis. Squadra B? I giovani di valore sono già a Zingonia. Al resto ci pensano i soliti parcheggi tra cadetteria e serie C.
