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ESCLUSIVA – Per il Mozzanica un allenatore Ardito: “La ricetta? Semplicità ed entusiasmo”

Il tecnico, ex vice di Fabio Gallo, giunto in sostituzione di Garavaglia: “Non è una rifondazione, c’è un gruppo valido e faremo degli innesti”

Estate nuova, vita nuova. Col battesimo del fuoco in panchina: “Finora ho sempre allenato i maschietti, speriamo che la mia prima volta nel calcio femminile porti bene”, sorride Michele Ardito, pronto a raccogliere all’Atalanta Mozzanica l’eredità del biennio di Elio Garavaglia.

Non un compito semplice: ci saranno Motta, Ledri, Alborghetti, Mendes e Pirone in meno.
“Cinque ragazze importanti che hanno voluto raccogliere nuove sfide, anche se per me l’undici titolare non esiste. Sono elementi che qui hanno fatto bene trovandosi benissimo: anche per questo ho accettato l’incarico con entusiasmo. Le ho salutate al telefono. Non parlerei di rifondazione o di anno zero: c’è un gruppo valido e ci saranno degli innesti. Spero di avere la rosa completa per il 20 agosto, quando inizierà la preparazione”.

Com’è nato il rapporto con le nerazzurre?
“Ho consciuto i dirigenti, in primis il direttore sportivo Claudio Salviti, per poi incontrarmi col presidente Ilaria Sarsilli. Mi ha colpito la sua semplicità e la sua volontà di mettermi subito a mio agio. I vertici societari a volte si aspettano tutto e subito, invece lei mi ha chiesto soltanto di fare bene ciò che amo fare, ovvero allenare. In generale ho percepito serenità, voglia di lavorare, assenza di pressioni e di ansie”.

Da guru del pallone in rosa, come s’è detto, un esordio.
“Il movimento femminile da un paio d’anni suscita un interesse crescente. La Nazionale, in questo senso, sta dando una forte spinta. L’ho vista anch’io a Firenze, mi sono appassionato. Sono il classico ex calciatore che ha smesso presto per un infortunio al crociato, ormai sto in panchina da più di vent’anni, dividendomi col lavoro d’ufficio: ho iniziato coi giovani e prima dell’ultimo biennio, come vice dell’ex atalantino Fabio Gallo al Como in Lega Pro e poi in D al Varese quando lui è andato allo Spezia, ho fatto le categorie dilettantistiche, soprattutto Promozione ed Eccellenza”.

Qualche dato personale?
“Mio papà era napoletano, mia madre è sarda. Per questo sono nato a Sassari, il 31 maggio del 1968. Ho praticamente sempre abitato a Milano, adesso a Bareggio. Sono uno che anche nel percorso professionale guarda ai rapporti umani: sono rimasto affezionato a due realtà che ho allenato, l’Atletico San Giuliano che ho portato in Eccellenza e il Crescenzago in Promozione, poi diventato Real Milano. Era il club dell’avvocato Di Pasquale, sono legato anche al figlio Pierangelo”.

Cosa cambierà a Mozzanica nel post-Garavaglia?
“Ripartirò dal 4-3-3, anche se non escludo correttivi in corsa a seconda delle caratteristiche delle giocatrici. Ho riscontrato la massima disponibilità: il capitano Daniela Stracchi mi ha confermato di voler continuare a far parte del progetto. Ecco, prima di cominciare il lavoro ciò che più conta sono le conferme. La nostra è una realtà di nicchia, ma vuole far parlare di sé”.

 

 

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