Da meteora nerazzurra ad una carriera di grande livello internazionale. Piccoli rimpianti per il messicano Layun
Miguel Layun, un nome passato a Bergamo quasi di nascosto e senza lasciare segni nella storia del club nerazzurro. Ora, però, il messicano è terzino di riconosciuto livello anche in campo internazionale.
Dopo due sole presenze nel 2009-10, infatti, Layun tornò in Messico, al Club America.
Lì si mise in mostra come uno dei migliori interpreti del ruolo nella Liga MX, per poi finire nel 2015 in Inghilterra al Watford. I sei mesi inglesisono un trampolino di lancio per il Porto, con cui si mette in mostra anche con ottime prestazioni in Champions League.
Dallo scorso gennaio è al Siviglia, con cui si è tolto più che discrete soddisfazioni a livello personale, nonostante un rendimento generale di squadra non particolarmente soddisfacente.
In Nazionale debuttò nel corso della Gold Cup 2013, diventando nel giro di poco una pedina fondamentale della Tricolor. Titolare in tutte le gare dei Mondiali 2014 e 2018, rappresenta una delle armi più importanti in fase di spinta per il ct Osorio.
E ora, anche se parlare dopo è sempre facile, verrebbe da dire che forse a Miguel sarebbe stato giusto concedere qualche chance in più…
Da sottolineare che Layun giunse a Bergamo in un momento difficile per l’Atalanta, a livello sportivo/dirigenziale. Probabilmente la società, nel caos di quell’annata, non ha avuto la possibilità di verificare appieno le sue potenzialità, o magari lo stesso giocatore (21enne nel 2009) non aveva ancora maturato le qualità tecniche che gli hanno permesso di fare il salto di qualità tra il 2015/2016 (6 anni dopo). Ciò nonostante si può affermare di averlo aiutato nella sua crescita sportiva.