Nella storia del confronto il fattore campo ha pesato eccome: 3 soli successi bergamaschi in serie A più un paio in Coppa Italia. E qualche volta i killer hanno in seguito vestito il nerazzurro
Una cinquina e basta. Un tris in A. Il resto, nel torneo che nel Belpaese costringe i tifosi a scomodarsi a metà settimana circa per dare sfogo alla passionaccia per quell’arnese di cuoio che rotola anche nel loro cuore. L’Atalanta a Cagliari ha sempre trovato pane per i suoi denti, masticandone di durissimo quasi sempre. L’ultima affermazione risale al 14 settembre 2014 grazie a Marcelo Estigarribia (4′) e Richmond Boakye (67′), ammorbidita solo parzialmente dal penalty di Cossu all’85’ (fallo di Cherubin su Ibarbo). In quel campionato sia Zdenek Zeman che Stefano Colantuono ci rimisero la panca: il primo con andata e ritorno, a favore di Gianfranco Zola e Gianluca Festa; il romano sostituito da Edy Reja. Alla fine, sardi retrocessi da terzultimi, preceduti proprio dai bergamaschi.
LE ALTRE 4. La serie di successi made in Orobie si apre grazie a Luciano Magistrelli (allenatore Ferruccio Valcareggi, di là Arturo Silvestri) al 56′ il 15 novembre 1964 al vecchio stadio “Amsicora”, dove i sardi del capoluogo avrebbero conquistato il titolo nel 1970. In quell’occasione Gallardo sbaglia un rigore al cospetto del grande Pierluigi Pizzaballa. Mario Mereghetti (18′) è il match winner (tecnico Ettore Puricelli) di Coppa Italia (secondo turno eliminatorio) del 7 novembre ’65, Antonio Maggioni (43′) e Sergio Pellizzaro (44′) gli esecutori della pratica nel girone 2 del secondo turno di qualificazione il 17 giugno ’73 (Gori al 72′ per i padroni di casa). Poi, oltre trent’anni di buio pesto, interrotti dall’assolo di Luca Cigarini, ex con Simone Padoin dell’incrocio di domenica 20 maggio, l’8 febbraio 2009: è il ventesimo, la sua botta da 35 metri viene deviata in porta da Michele Canini, cresciuto a Zingonia…
I KILLER CAMBIANO CASACCA. Cinquina di bottini pieni extra moenia, stessa cifra per una curiosità statistica di quelle che fanno sugo. In 5 occasioni sulle 20 totali (nel computo delle gare a Casteddu, anche 9 pari), infatti, nelle vittorie dei rossoblù c’è la firma di giocatori che in seguito avrebbero vestito i colori nerazzurri. Si comincia dal 2-1 del 28 febbraio ’93 (Mazzone contro Lippi), quando apre Massimiliano Cappioli (34′), Oliveira raddoppia (68′) e Carletto Perrone riduce le distanze (83′). 31 agosto ’94: l’andata del secondo turno di coppa è risolta al 75′ dall’uruguaiano José Oscar Herrera. Quindi, il 5-1 cadetto del 29 febbraio 2004, con Simone Loria a infilare all’84’ il quarto dei suoi dopo Albino e un doppio Zola (1 su rigore) prima del sigillo di Suazo: di là il temporaneo 1-2 è di Luca Saudati. Il 19 marzo 2008 tocca a Robert Acquafresca dal dischetto al 18′ dopo il contatto falloso su di lui di Maxi Pellegrino; dulcis in fundo, il pesce d’aprile di Mauricio Pinilla nel 2012, al 55′, per corroborare il rompighiacchio su punizione di Daniele Conti all’11’.
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