Il formidabile jolly del centrocampo atalantino già a segno all’andata a San Siro. Storia di un baby ripudiato che si sta prendendo le sue rivincite
Antivigilia di Natale, 2017: la vendetta di Bryan Cristante, con quel golletto in mischia sulla punizione di Gomez spizzata dal Caldara e non trattenuta da Donnarumma per dare il la al 2-0 che non t’aspetti. L’ex enfant prodige si accinge a recapitare al Milan, stavolta a Bergamo, il regalo-bis da ex al veleno a primavera inoltrata per il controsorpasso al sesto posto. Meritandosi un breve ritratto sulla Gazzetta dello Sport nell’edizione bergamasca.
IN CHAMPIONS DA SEDICENNE. Cresciuto insieme ad Andrea Petagna nelle giovanili rossonere dai Giovanissimi in su (titolo nazionale 2010, poi Allievi 2011, infine il Viareggio 2014 con Pippo Inzaghi allenatore), Cristante detiene il record di precocità nell’esordio nelle coppe: il 6 dicembre 2011, a 16 anni e 9 mesi, nel 2-2 esterno contro il Viktoria Plzeň in Champions League. In A il primo passo è il 10 novembre 2013 in Chievo-Milan (0-0), quindi il primo gol, proprio all’Atalanta, sigillando il 3-0 casalingo del 6 gennaio 2014.
LO ZINGARO DEL PALLONE. A Casa Milan non hanno creduto in lui, tanto da aver monetizzato (6 milioni) dalla sua cessione al Benfica nell’estate 2014: titolo e coppa di lega portoghese 2015, 20 presenze e 1 rete proprio in quest’ultimo trofeo fino al gennaio 2016, quando inizia il giro di prestiti nel Belpaese dal Palermo. Quindi Pescara e, dal calciomercato invernale 2017, Bergamo. Da dodicesimo uomo a trascinatore, la metamorfosi di un campioncino ritrovato che ora, riscattato a 5 milioni circa, vale almeno sei volte tanto. Ma prima della plusvalenza, meglio infiocchettare alla Dea un’altra qualificazione in Europa League. Raggiungendo la doppia cifra in campionato.
