La stagione sta per finire e l’Atalanta deve capire in primis le intenzioni del proprio mister per il futuro.
È bastata una dichiarazione ambigua di Gasperini, nel post partita contro il Benevento, a far vacillare il perfetto castello di sabbia atalantino. Quel “Ho un contratto, ma a fine stagione dovrò fare il punto della situazione con la società” si apre a diverse chiavi di lettura.
La prima è puramente formale: il Gasp è, infatti, legato alla Dea, con cui afferma di avere un ottimo rapporto (a livello di dirigenza come di ambiente), fino al 2022. Dall’altro lato, però, non si può negare come il mister piemontese, con il bel gioco proposto a Bergamo, si sia attirato le attenzioni di diversi club. Le sirene sono tante: dal Bologna dei sogni europei di Saputo, fino al Napoli per un eventuale post-Sarri, senza dimenticare i francesi del Monaco, interessati ad un allenatore italiano.
Dal canto suo, il patron Percassi ha più volte ribadito come da parte dell’Atalanta non ci sia l’intenzione di privarsi della propria guida, identificando con essa la crescita della Dea (valorizzazione settore giovanile e progetto per lo stadio di proprietà in primis). Per far sì, però, che il Gasp rimanga a Bergamo una condizione sembra imprescindibile, ovvero dare più voce in capitolo all’allenatore nelle scelte di mercato. L’acquisto, per il futuro, del giovane Mattiello, profilo congeniale al tecnico piemontese, pare proprio mirare al fine che si augurano tutti gli atalantini: il proseguimento del fruttuoso matrimonio tra la Dea e Gasperini.
Ma avete solo questo da scrivere vi chiamate calcio Atalanta o calcio gufa ATALANTA?