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La penna in trasferta – Mogavero (Il Sannio Quotidiano): “A Benevento ormai ci credono poco”

Zero al quoto, fermo al palo. La favola del neopromosso Benevento sembra essersi arrestata al giubilo di una città intera per la storica scalata al piano di sopra. Perché le Streghe, incapaci di indovinare la pozione magica per resistere alle atmosfere rarefatte del calcio che conta, stanno ruzzolando giù per le scale fin dall’estate. E nonostante il cambio della guardia i punti continuano a latitare: “A Marco Baroni è costata cara la nona sconfitta di fila, Roberto De Zerbi è arrivato alla quarta. La piazza ha quasi smesso di crederci”, è la premessa poco incoraggiante di Massimiliano Mogavero, firma de Il Sannio Quotidiano, a due giorni dalla sfida da mission impossible in casa dell’Atalanta.

Mica sarà colpa solo dell’uomo in panchina.
“L’avvicendamento ha giovato sul piano della prolificità offensiva, dove s’è notato un certo risveglio. Però i risultati non ci sono ancora, al di là di timidi segnali come il primo punto sfumato contro il Cagliari a tempo scaduto e l’aver tenuto testa alla Juve a Torino dopo essere andati in vantaggio. Col Sassuolo la squadra ha regalato un rigore, comunque spedito sulla traversa da Berardi prima del gol della beffa di Peluso, senza sfruttare tre occasioni nitide concesse da un avversario in superiorità numerica”.

Brignoli che regala palla a Missiroli sull’1-0 di Matri, Letizia che si fa sfuggire Ragusa due volte di troppo costategli il rosso, Costa che allarga il braccio su un innocuo ammollo di Gazzola. Alla fine ecco calato il tredici: il record negativo di ko di fila.
“Dal punto di vista mentale il momentaccio è la spia di una fragilità pronunciata, altrimenti non si spiegherebbero certi errori gratuiti. A un occhio sospettoso potrebbero apparire volontari. L’avventura in serie A è cominciata come peggio non avrebbe potuto e i giocatori sono pesantemente condizionati da un’usura nervosa piuttosto evidente”.

Il presidente ha minacciato di andarsene in caso di retrocessione.
“In realtà il messaggio è stato male interpretato. Oreste Vigorito ha detto: ‘Io in B con voi non ci torno’. Non significa che lui mollerebbe di sicuro, ma che metterebbe mano all’organico in modo deciso. Ovvero mandando via i giocatori non all’altezza dell’attuale campionato”.

C’è ancora qualcosa da salvare nel naufragio generale?
“Probabilmente le punte esterne, all’interno di uno schema che ormai s’è stabilizzato sul 4-3-3. Ciciretti s’è nuovamente fatto male e a Bergamo giocherà Lombardi, dall’altra parte c’è D’Alessandro, l’ex di turno. Bersagliato dagli infortuni anche lui. Inutile nasconderlo: gli elementi di maggior spessore, quelli su cui contare per provare a risalire la china, sono loro due”.

Le ali: sarà questa la chiave del posticipo del lunedì sera?
“C’è soprattutto da sperare che l’Atalanta sia distratta o appagata dalla partita con l’Everton in Europa League. Ma era certa del passaggio del turno anche prima. E il Benevento dovrà fare molto di più di quanto mostrato finora. Senza venire meno come collettivo a immagine e somiglianza dell’ultima partita: domenica pomeriggio si parte per Bergamo con l’obbligo di iniziare a racimolare punti”.

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