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L’album dei ricordi – Il Tanque e Jack, le ultime perle a San Siro

bonaventura

Tre di Icardi e Banega, uno dell’ex Gagliardini, Freuler incapace di salvare l’onore sul 5-0 altrui nel finale di primo tempo. Sarebbe troppo facile, comodo e anche un po’ da stronzetti cominciare dalla disfatta più recente, che poi è anche quella dal punteggio più largo, l’album dei ricordi di un simile duello. Da una parte la metropoli ricca e spendacciona. Di fronte la provincia laboriosa, mai avvezza al passo più lungo della gamba. Perché, invece, non prendere le mosse dalle ultime due volte della Dea da bottino pieno a San Siro?

Pronti, via. Il notturno del 7 aprile 2013, tre punti da dedicare a Ivan Ruggeri, il Presidentissimo appena scomparso, quando il tris lo calò German Denis, anche per un rigore (del 2-3) discutibilissimo dopo la zampata di Rocchi, il pari nell’incipit della ripresa di Jack Bonaventura su apertura dell’ex di turno Marko Livaja, quindi testa e sinistro di Ricky Alvarez che parevano i titoli di coda e invece ecco il ruggito del Tanque, quello decisivo su assist proprio del talento di San Severino Marche. E il 2-1 del 23 marzo 2014, ovvero le altre due perle, col senno di poi il commiato ai suoi tifosi per i quali non avrebbe segnato più, del talento passato al Milan nell’estate successiva: di piede e di testa, sul traversone da fermo di Ciccio Brienza, col solo Maurito Icardi a sbarrargli temporaneamente la strada verso la gloria.

L’affermazione in campo avverso manca da lì, dal doppio exploit di fila sotto la guida del tanto vituperato Stefano Colantuono, quello che secondo la vulgata da calcio & bollicine non faceva spettacolo e non osava mai, figurarsi contro la big di turno. Ma tra Inter e Atalanta è sempre stata una partita specialissima. E non solo perché i nerazzurri alla periferia dell’impero hanno sbancato il campo altrui solo 10 volte a fronte dei 45 successi dei padroni di casa di domenica sera in 64 scontri (6 in Coppa Italia), beccando 129 gol a 50. È specialissima per la prima mancata da amico-nemico del primo bergamasco meneghinizzato di sempre (dal 1932), il portiere Carlo Ceresoli, non più interista ma bolognese da due stagioni quando ci fu lo scontro all’alfa della serie del 3 aprile ’38 (matchball di Pietro Ferraris), e quella vera da 0-0 del primo febbraio ’42 del trio Dino Bovoli-Severo Cominelli-Arnaldo Salvi, mediano destro, mezzala sinistra e ala sinistra trasferitisi nella futura capitale morale d’Italia nel calciomercato estivo del ’41 insieme all’allenatore Ivo Fiorentini. In seguito allontanato a favore di Ferenc Molnar, un nome da via Pal, quando anche il calcio assomigliava a un romanzo.

E c’è qualcosa che fa impressione, riaffiorando dal baule della memoria. Cliccate sul tasto play del primo video qui sotto: Bruno Pizzul, allo start dell’ampia sintesi sulla tv pubblica consegnata negli annali di YouTube, che tra gli aliti di storia ne eternano anche una fetta succulenta come questa, enumera le formazioni dall’1 all’11. L’Europa in salsa atalantina ventisei anni fa, prima che piovessero dal firmamento Gian Piero Gasperini e i suoi eroi della quinta qualificazione all time. Ha il profumo inebriante delle vecchie certezze, delle cose di casa nostra, belline e amorevoli per quanto fuori dal tempo, di cui non ci si vuole disfare mai. Ancora non si dibatteva di moduli e castronerie tattiche. Di là mancava Brehme, di qua Stromberg, Nicolini e Caniggia. Troppo, per un quarto di finale di ritorno agli ordini del compianto gentleman Bruno Giorgi, quel 20 marzo ’91, a due settimane dall’occhiale sotto la Maresana.

I gol li potete vedere a 27:10 e 30:20, sono da palla inattiva: Matthäus pennella per la testatona di Serena e poi la risolve nel sette dalla sua mattonella. Pasciullo, il “Luigino in Nazionale” di cori, striscioni ed etichetta d’olio buono di masseria post scarpini al chiodo, aveva usato le brusche in rapida successione sul tedesco (prendendo più palla che piede, ma tant’è) e poi sulla discesa libera di Nicolino Berti. La Beneamata di Giovanni Trapattoni avrebbe vinto la Coppa Uefa disfacendosi anche di Sporting Lisbona e Roma, la Dea sarebbe rientrata dalla porta principale più d’un quarto di secolo dopo. Buona lacrima a tutti, a volte ce n’è bisogno.

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6 anni fa

Speriamo in stasera!!

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6 anni fa

Certo!!!

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6 anni fa

Quel dal 3-1 al 3-4 con tripletta di Denis

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