cropped-CA-logo.png
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Auguri a Zampagna e al suo calcio alla rovescia

zampagna

Brescia e Roma, certo. Ma anche il Catanzaro in cadetteria, il giorno della risalita. Fra le vittime di un gesto atletico con molti interpreti nella storia dello sport più amato, ma forse senza l’anima e il sangue che ci metteva lui, fisicone e crapa pelata, il tardo esordiente (in A a trent’anni quasi suonati, batté la Lupa con uno scavetto alla Totti) dotato della dialettica da operaio dell’attrezzo di cuoio a dispetto di una classe da attico della professione. Uno dalle prodezze col mondo visto a testa in giù, da ternano sfuggito al destino delle acciaierie (papà Ettore no) e partito dal nulla verso una parabola professionale ricca di soddisfazioni, di giocate a effetto e anche di battibecchi con qualche sergente di ferro di troppo. Prima della Chilena di Mauricio Pinilla, mezzo eroe dalle giocate abbaglianti che a Bergamo è rimasto fino allo scorso inverno senza lasciare troppe tracce del suo passaggio, a onorare all’insegna dello spettacolo i colori dell’Atalanta c’era stato “Il calcio alla rovescia” di Riccardo Zampagna, oggi neo quarantatreenne che convive coi suoi freschi ricordi e le visite una tantum degli amici ultras, allenatore nella sua Umbria in sella al Trasimeno, un libro all’attivo con quel titolone leggendario, dato alle stampe il 10 aprile di sei anni fa per aiutare l’ospedale della sua città a comprare un mammografo e un respiratore per neonati prematuri.

Memorabili, prodezze in campo a parte, e mettiamoci pure il colpo gobbo in caduta spalle alla porta che la pareggiò in 10 contro 11 (espulso Carrozzieri) a Firenze a quattro dal novantesimo, il rapporto con Cristiano Doni, l’idolo ripudiato dalla piazza dopo i fattacci di Scommessopoli, e Stefano Colantuono, sanguigno quanto lui. Il Profeta di Anzio, a un mese dall’uscita dell’opera prima e ultima della sua ex bocca da fuoco, nella presentazione all’auditorium di piazza Libertà, ebbe modo di dedicargli con un sorriso tutto il suo affettuoso rimpianto: “È stato in assoluto il giocatore più ignorante con cui abbia avuto a che fare, ma quando in allenamento capitavano malintesi andavo a suonargli a casa e finiva tutto tra due chiacchiere, tante risate, pane, salame e vino rosso”. Nemmeno per i tifosi sarebbe facile far cadere nell’oblio la mezza annata in B, la penultima della serie, da inverno a primavera del 2007, quando da ripudiato del Messina di Pietro Franza e Bortolo Mutti (settimo l’annata precedente, poi rimpiazzato da Giampiero Ventura per una comoda retrocessione) il centravanti che al piano di sotto indossava il numero 29 oggi ereditato da Andrea Petagna aiutò la squadra a conquistare la promozione mettendone sei per replicare con undici nella stagione successiva.

Alla fine della parabola atalantina fu messo fuori rosa da Gigi Delneri, uno dei mister litigarelli: con Giuseppe Papadopulo a Siena e Bruno Bolchi a Messina e Terni i precedenti, con Stefano Pioli al Sassuolo il sipario. Cadeva il 19 novembre 2007, nell’annus horribilis in cui perse il padre. Nella casellina dei marcatori sotto le Mura, il ricordo di un 23 in 58 gare, tanta roba per così poco tempo, un bello spicchietto della torta da 180 in 543 allacciate di scarpini dall’Eccellenza con l’Amerina (800 mila lire al mese, altrettanti come tappezziere dal principale Giampiero Riciutelli) fino ai calci finali nella Carrarese in Seconda Divisione, dopo aver esordito a 23 anni da professionista nella Triestina in C2 (il ds Walter Sabatini l’aveva scovato a Pontevecchio in D la stagione prima) ed essere passato anche da Arezzo, Catania, Brescello, Perugia (2 presenze in Coppa Italia e 2 in Intertoto con Serse Cosmi in panchina nell’estate del 2000), Cosenza, Vicenza e Sassuolo (il 19 ottobre 2009, dopo la partita con l’AlbinoLeffe, i tifosi andarono a salutarlo all’imbocco dell’A4) prima della coda nella Uisp (a 11 e a 7) e del match di addio per beneficenza al “Liberati” cogli ex compagni suddivisi fra Ternana e Atalanta. E da tecnico, smessa l’attività di tabaccaio mantenuta da settembre 2012 a dicembre 2016, la Promozione conquistata col Macchie (frazione di Amelia), che un pomeriggio portò a Zingonia, e le esperienze a modo suo con la Voluntas Spoleto, durata un battito di ciglia nel luglio 2015, con l’Assisi, il Trestina di Città di Castello e ora la Trasimeno di Castiglione del Lago. Tantissimi auguri.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Dal Network

Joe Barone non ce l’ha fatta. Dopo il malore che lo ha colpito domenica pomeriggio, si...

Gli USA pronti a ospitare le 32 squadre da tutto il mondo Nell’estate del 2025,...

Diretta tv, streaming e live testuale della partita che può valere la corsa alla qualificazione...

Altre notizie

Calcio Atalanta