È uno degli appioppati classici quando si parla di punte dal gol facile da inserire nel progetto Atalanta, anche se Gian Piero Gasperini insiste nel dire che in ventisei si è già in troppi e gli attaccanti ci sono già. Ma anche uno da cui ci si aspetta sempre un decollo che non pare destinato ad avvenire mai. Nemmeno nelle piste meno affollate e dall’atterraggio teoricamente più morbido del campionato lusitano. Da attentato su due gambe e tacchetti al fair play finanziario – escluso dalla lista per l’Europa League subito dopo l’acquisto nell’agosto di un anno fa – a sbolognato speciale: Gabriel Barbosa Almeida detto Gabigol, ceduto dall’Inter al Benfica in prestito con diritto di riscatto, non sta ingranando nemmeno in Portogallo e da gennaio dovrebbe infilare un altro passaggio a titolo temporaneo nella cruna d’ago del calciomercato di riparazione. In pole position un poker tutto verdeoro: il Santos, ovvero il richiamo della foresta, il San Paolo, il Flamengo e il Cruzeiro.
Gli abboccamenti col suo agente Kia Joorabchian a Londra durante la pausa per le nazionali hanno prefigurato un accordo tra le parti per trovare una nuova destinazione al ventunenne attaccante brasiliano per la seconda metà della stagione corrente, col sottinteso nemmeno troppo fra le righe che il club scelto per il parcheggio dovrà essere accettato senza batter ciglio. Finora, all’attivo, un solo gol, nella coppa nazionale contro l’Olhanense (ex squadra dell’atalantino Doudou Mangni) il 14 ottobre (un’ora scarsa da titolare), più l’impiego in Coppa di Lega nell’1-0 al Braga del 20 settembre e i minuti finali tra Champions League e massima serie portoghese, il 12 settembre in casa col CSKA Mosca (al posto del terzino Alex Grimaldo) e il 16 a Oporto col Boavista subentrando al connazionale Jonas che gli chiude il posto in avanti accanto al nazionale svizzero Haris Seferovic.
Curiosamente, in entrambe le occasioni il tecnico Rui Vitoria gli ha concesso la chance sotto di 2-1 senza ottenerne gli esiti sperati da salvatore della patria. Il minutaggio complessivo dall’estate a metà autunno è raggelante, nemmeno una partita e due terzi. Del resto Gabigol, cresciuto ed esploso nel Santos di Pelè dopo essere stato scoperto dal bicampione mondiale Zito, nonostante la valanga di palloni in porta (63 in 176 incontri tra club e Selecao) dagli albori della carriera da professionista iniziata nel 2013 e la chiara fama di campione olimpico a Rio l’anno scorso, aveva tutto fuorché impressionato anche nell’annata del battesimo del fuoco col calcio europeo, azzeccando soltanto il matchball a Bologna il 19 febbraio scorso. Proprio contro i felsinei l’esordio da noi e anche un’altra delle dieci presenze totali, in Coppa Italia. Ma Frank de Boer, Stefano Pioli e Stefano Vecchi, nonostante le difficoltà della Beneamata, tendevano a non prenderlo troppo in considerazione.
A noi serve un terzino sinistro (così mandiamo Spina subito alla Juve) e magari un centravanti che “vede” la porta.
Come si fa a rovinare un giocatore cosi
Oddio spero di no…. ????